TESTIMONIANZE SUGLI ANGELI

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    TESTIMONIANZE SUGLI ANGELI :

    LA REGINA DEGLI ANGELI

    John Hein è nato negli Stati Uniti, classe 1924. Uomo d'affari molto ricco, è guarito miracolosamente di una grave intossicazione ai polmoni che lo aveva condotto in fin di vita, dopo aver avuto una visione della Vergine Maria, nel Texas, insieme ad altri testimoni. "Fu nel 1989, durante la festa dell'Assunzione" racconta John "Ero andato in pellegrinaggio a Lubbock, dove si diceva fosse avvenute delle apparizioni della Madonna e degli angeli. Stavo per tornarmene a casa dopo una lunga notte di preghiera, quando, alle tre del mattino, li vidi! Stavano tutti intorno alla fontana.

    Gli angeli circondavano Maria. Ricordo solo che erano bianchi perché, in effetti, non ci badai troppo. Quando si ha Maria davanti agli occhi, non si nota praticamente nient'altro, tutta l'attenzione è concentrata su di Lei.

    Gli angeli stavano alle sue spalle, come delle guardie del corpo. Mi ha stupito vedere quanto fosse piccola... La "regina degli angeli" mi ha chiesto di incoraggiare la gente a recitare il rosario... E' l'arma più potente di cui dispongano gli esseri umani. Forse perché è stato proprio un angelo del Signore a donarlo alla Vergine...

    E' una preghiera infallibile, da quando sono guarito la recito ogni giorno per ben tre volte, come mi è stato chiesto di fare. E' ben poco in cambio di una grazia così grande!"

    SPIE COME NOI
    Questa è una vera e propria spy-story. A raccontarla è una coppia di coniugi, lui di provenienza olandese, lei nata oltre la cortina di ferro, incontratisi molti anni fa, nel periodo in cui entrambi lavoravano per i rispettivi servizi segreti: un mondo cinico e duro, dove non c'è certamente spazio per i sentimenti. "Malgrado fossimo giovani" raccontano oggi "avevamo dovuto mettere a tacere le emozioni e riporre qualunque illusione rispetto alla vita. Eravamo vecchie conoscenze l'uno dell'altra, ma nutrivamo un profondo, istintivo odio reciproco. Ci trovavamo in una zona del blocco orientale, quando un giorno ci capitò di doverci incontrare in veste ufficiale. A quell'epoca la vita emotiva di entrambi era dominata da un senso di autentica disperazione. Vagammo in quella città dell'Est europeo come nel vuoto, all'insaputa l'uno dell'altra, quando ci sentimmo spinti da una forza interiore verso una grande cattedrale. Una volta entrati, avvertimmo entrambi una mano potente afferrarci per il collo fino a farci prostrare. Quell'esperienza indimenticabile e potentissima ci unì indissolubilmente. Era come ritrovarsi insieme in paradiso, dopo essere sfuggiti all'inferno".

    Sposatisi qualche tempo dopo, i due giovani si prodigarono molto, in seguito, per l'assistenza dei perseguitati religiosi nei paesi dell'Est

    PRESENZE

    Philip T è un giornalista inglese che dopo un terribile incidente di moto, all'età di 23 anni, scoprì il culto degli angeli e mi unì ad un gruppo di preghiera dove si cercava di sviluppare la relazione con gli esseri di luce. "Nel corso di una meditazione" racconta "avvertii due presenze luminose, alte diversi metri..."

    CHI FECE QUEL NUMERO DI TELEFONO?Lia Tanzi, grande doppiatrice di Greta Garbo, racconta che, sentitasi male mentre si trovava sola in una stanza d'albergo, venne salvata, quasi priva di sensi, da qualcuno che non riuscì a vedere, ma che di sicuro chiamò al telefono al posto suo un infermiere che venisse a soccorrerla, nonché alcuni parenti. Anche lei continua a domandarsi come ciò sia potuto accadere, "Sarà stato un angelo a salvarmi?".

    LA BICICLETTA VOLANTEMentre i Tedeschi invadevano l'Olanda con lunghi convogli di autocarri, a Linburg una ragazzina stava percorrendo la strada in bicicletta, quando un camion le passò accanto e i soldati cominciarono a importunarla. Lei, infuriata, si voltò dall'altra parte e per poco non venne investita dal camion successivo, che deviò la propria traiettoria cercando di gettarla fuori strada per punirla della sua superbia. Un attimo prima che fosse travolta, la giovane venne inspiegabilmente trasportata, insieme alla sua bicicletta, a diversi metri di distanza, mentre il camion si allontanava a tutta birra. Un uomo che seguiva la scena da una ventina di metri fu testimone dell'accaduto...


    GUARDIE DEL CORPO INVISIBILIUn predicatore in missione in Africa, un giorno che si stava recando a far visita a uno dei suoi parrocchiani, si imbatté in due banditi che si erano nascosti dietro alcune rocce lungo la strada. L'attacco non ebbe mai luogo perché, a fianco del predicatore, furono viste due imponenti figure vestite di bianco. I malviventi raccontarono l'episodio qualche ora dopo alla taverna, cercando di scoprire di chi si fosse trattato. Dal canto suo, l'oste girò la domanda, non appena lo vide, al diretto interessato, ma egli dichiarò di non essersi mai servito di alcun guardaspalle.

    GUARDIE DEL CORPO INVISIBILI IIUna storia analoga si svolse in Olanda a cavallo del secolo. In un quartiere proletario dell'Aia abitava un panettiere conosciuto come Benedetto Breet. Il sabato sera riordinava il negozio, disponeva le sedie e la domenica mattina teneva un incontro con gli abitanti del vicinato i quali come lui, non appartenevano ad alcuna chiesa. Le sue lezioni di dottrina erano sempre affollatissime, tanto che molte prostitute, dopo avervi assistito, avevano cambiato mestiere. Ciò aveva reso il personaggio di Breet molto sgradito a chi sfruttava la prostituzione nella zona del porto. Fu così che, una notte, l'uomo fu svegliato di soprassalto mentre dormiva, da qualcuno che lo avvertiva che, in un quartiere non troppo distante, un tale stava male e domandava il suo aiuto. Breet non si fece pregare, si vestì in fretta e furia e si diresse all'indirizzo che gli era stato indicato. Giunto sul posto però, scoprì che non vi era alcun malato da soccorrere. Vent'anni più tardi un uomo entrò nel suo negozio e chiese di parlargli.

    "Sono quello che venne a cercarvi quella lontana notte" disse "Io e un mio amico volevamo tendervi una trappola per affogarvi nel canale. Quando però arrivaste addirittura in tre, ci perdemmo d'animo e il nostro piano fallì"

    "Ma com'è possibile?" obiettò Breet "ero completamente solo, non c'era anima viva con me quella notte!"

    "Eppure noi vi vedemmo camminare in mezzo a due altre persone, potete credermi!"

    "Allora il Signore deve aver mandato degli angeli a salvarmi" disse Breet con profonda gratitudine "Ma com'è che siete venuto a dirmelo?" Il visitatore rivelò di essersi convertito e di aver sentito l'impellente bisogno di confessargli tutto. Il forno di Breet è oggi una casa di preghiera e questa storia è reperibile nella sua autobiografia.

    UN RAGAZZO MAI VISTO CHE SAPEVA IL MIO NOME
    A narrare questa vicenda è una donna di nome Euphie Eallonardo: "Fu sconsiderato da parte mia voler fare una passeggiata prima dell'alba nel labirinto di viuzze alle spalle del terminal degli autobus, in una città pericolosa come Los Angeles. Ma ero giovane ed arrivavo per la prima volta nella metropoli. Il colloquio che dovevo sostenere per ottenere un posto di lavoro era fissato per cinque ore più tardi e non seppi trattenermi dall'esplorare i dintorni. A un tratto mi resi conto di essermi perduta per i vicoli e, voltandomi, vidi tre uomini che mi seguivano cercando di non farsi notare. Tremando di paura, feci quello che faccio sempre quando mi trovo in difficoltà: piegai la testa e chiesi a Dio di salvarmi. Risollevando lo sguardo vidi un quarto uomo che si avvicinava dall'oscurità e pensai di essere perduta. Sebbene fosse molto buio, potei distinguere bene le fattezze del giovane: indossava una camicia bianca e un paio di jeans. Aveva in mano un cestino per le provviste ed era pressappoco sulla trentina, senz'altro più alto di un metro e 80. Aveva un'espressione severa sul volto, ma era bellissimo; non ci sono altre parole per definirlo. Istintivamente, corsi verso di lui.

    "Mi sono persa e degli uomini mi stanno seguendo" gli dissi disperata "Volevo fare una passeggiata fuori dalla stazione... Ho paura..." "Vieni" disse "Ti porto al sicuro!"

    "Io... non so cosa mi sarebbe successo se lei non fosse venuto..." "Lo so io..." rispose, con voce profonda e sicura.

    "Ho pregato che qualcuno mi venisse in aiuto appena prima di vederla". L'ombra di un sorriso gli apparve negli occhi e sulla bocca. Eravamo ormai vicini alla stazione. "Sei al sicuro, adesso" mi tranquillizzò, prima di lasciarmi.

    "Non so come ringraziarla" dissi io con un certo fervore. Annuì soltanto con la testa: "Arrivederci Euphie". Mentre mi incamminavo verso l'atrio mi fermai di scatto. Euphie! Aveva veramente usato il mio nome? Mi voltai di scatto e corsi fuori per chiedergli come faceva a saperlo. Troppo tardi. Era già svanito".

    QUALCUNO MI OBBLIGAVA A NUOTARE
    Karin Schubbriggs, una bambina svedese di 10 anni, era in gita con i genitori in bicicletta e li aveva distanziati un po', fermandosi poi in riva a un fiume ad attenderli. Scorgendo una piccola canoa, volle salirci, ma nel farlo cadde in acqua. La corrente era piuttosto forte e Karin non sapeva nuotare. Suo padre cercò disperatamente di raggiungerla mentre la piccola veniva trascinata via rapidamente. L'uomo allora si mise a pregare Dio di aiutarla. A quel punto accadde l'incredibile: Karin emerse dall'acqua e cominciò a nuotare in modo abile e sicuro arrivando in pochi secondi alla sponda. "E' stato tutto così strano!" raccontò in seguito "Ho sentito qualcuno accanto. Era invisibile, ma le sue mani erano forti e hanno fatto muovere le mie braccia e le mie gambe. Non ero io a nuotare: qualcun altro lo stava facendo al posto mio..."

    UNA MAGNIFICA LUCE SULL'ACQUA
    Quasi identica l'esperienza di Sheila, 12 anni, una bimba originaria di Cedar River, nello stato di Washington. Mentre giocava con dei coetanei cadde in un fiume profondo ben sei metri, mosso da vortici insidiosi sul fondo. Racconta la ragazza: "Sono stata subito attirata in basso e poi respinta in superficie. Vedevo delle persone che cercavano di tendermi un ramo dalla riva, ma il vortice continuava a risucchiarmi. Quando sono risalita per la terza volta, sono stata come immobilizzata e ho visto, a qualche metro da me, una luce, brillane, ma tanto dolce... Per un attimo ho dimenticato di essere in pericolo, mi sono sentita così felice ed euforica! Ho anche tentato di raggiungere la luce, ma sono stata spinta verso la riva prima di poterla toccare. E' stata quella luce a prendermi e a portarmi a riva, ne sono sicura". L'episodio è regolarmente documentato e vi hanno assistito diversi testimoni che hanno dato tutti la medesima versione dei fatti

    CAMBIO DI CORSIA
    Una donna di nome Elizabeth Klein racconta: "Mi trovavo a Los Angeles nel 1991, stavo guidando sull'autostrada 101 nella corsia centrale all'altezza dell'uscita di Malibu Canyon, quando ho sentito una voce risuonare molto chiaramente nella mia testa: "Vai nella corsia di sinistra!" mi ha intimato. Non so perché ma ho ubbidito istantaneamente. Qualche secondo dopo c'è stata una brusca frenata e un tamponamento a catena. Possibile che fosse solo un presentimento?

    NIENTE PAURA, SONO CON TE
    "Ero in guerra", racconta un veterano" e ho visto chiaramente un aereo nemico puntare sull'edificio dove mi trovavo e aprire il fuoco... La polvere sollevata dai proiettili formava una scia che procedeva dritta nella mia direzione. Ebbi paura, convinto com'ero che ci avrebbero uccisi tutti quanti. Non ho visto niente ma ho sentito una presenza meravigliosa, confortante, proprio vicino a me e una voce affettuosa che mi diceva: "Sono con te. La tua ora non è ancora giunta". Ho provato un tale benessere, una tale pace, che da quel giorno ho affrontato senza paura qualunque pericolo..."

    ANGELI SENZA ALI
    Sam, un bambino di 9 anni, aveva sfiorato la morte per malattia e raccontò di essersi trovato fuori dal proprio corpo ad osservare dall'alto il medico mentre cercava di rianimarlo. Poi era salito verso l'alto, aveva attraversato una galleria buia e aveva incontrato un gruppo di angeli senza ali, molto luminosi, i quali sembravano volergli molto bene. Nel luogo vi era una splendida luce e lui ci sarebbe rimasto volentieri, se non fosse stato per un essere luminoso che gli aveva ordinato di tornare indietro e rientrare nel suo corpo

    STORIA DI UN SUICIDIO MANCATO
    Un'altra giovane donna, rimasta a lungo fra la vita e la morte in seguito a un tentativo di suicidio, ricorda una vicenda ben più drammatica. "Anni fa, a causa di una serie di dispiaceri, decisi di togliermi la vita, ma fui salvata in tempo, sebbene il medico del reparto rianimazione mi disse con grande franchezza che non era stato lui a salvarmi, ma qualcosa di superiore a lui, che mi aveva rispedito indietro. Seppi dopo che restai in coma per cinque giorni, giungendo alla fatidica soglia... Ciò che ricordo è che affiorai in un mondo di silenzio, perfettamente consapevole di me stessa. Fisicamente mi sentivo bene, anche se nella realtà il mio corpo era pieno di flebo, cateteri ecc., di là un corpo potevo solo intuirlo e non provavo alcun dolore. Mi vedevo, come guardandomi dall'alto, distesa su un piano in marmo rosato, gelido, immersa nella penombra. La mente era in subbuglio, come in attesa di qualcosa di inesorabile che stava per accadere. Mi trovavo in una specie di cappella ampia e severa, piuttosto spoglia. A un certo punto mi resi conto che una luce abbagliante era stata accesa ai miei piedi, sulla destra. Era un lampione dorato, a forma di lanterna, che proiettava su di me una luce bianchissima, che mi pareva di assorbire. Era la sola cosa che mi desse un po' di conforto in quella desolazione. Ad un tratto mi parve di vedere un volto nella luce: maschile, giovane, pallido, con occhi neri, severi, ma amichevoli e pieni di comprensione, che mi fissavano incessantemente. Comunicai mentalmente con quell'essere e fu una lunga conversazione muta. Io gli chiedevo aiuto e lui mi ripeteva di star calma, zitta, di non muovermi e di avere fiducia: Da qualche parte mi giungeva un rumore crescente di voci che sembrava discutessero. Sapevo che al piano di sopra c'era una stanza dal soffitto bianco, tipo convento e diverse figure scure incappucciate che mi stavano processando, minacciando di condannarmi per aver trasgredito. Una voce più forte e imperiosa delle altre chiedeva la mia dannazione totale, altre invece parevano difendermi. All'improvviso ci fu un violento sbatter di porte, un rumore di gente che scende le scale e un intensificarsi di voci. Una moltitudine di figure scure, vecchie, ricurve, parvero precipitarsi su di me e io ebbi appena il tempo di gettare un'altra rapida occhiata alla luce, ottenendone in cambio un nuovo invito alla speranza. Infatti le figure si bloccarono, proprio mentre stavano per ghermirmi: la luce mi aveva assolta. E le aveva fermate. Presto potei far ritorno fra i vivi..."

    ANGELO IN ATTESA
    Racconta una signora svizzera che, in una meravigliosa notte stellata, stava guardando dalla finestra, quando vide, proprio accanto alla casa dei vicini, un grande angelo, alto quasi la metà della casa stessa. La mattina dopo le fu raccontato che quella notte, in casa dei vicini era nato un bambino, il quale però alle tre del mattino era mancato. Il racconto della donna confortò molto la sfortunata madre dello piccolo.

    NON ERA ANCORA LA MIA ORACarmen d'Arcangelo, un'operaia di origine tarantina, oggi 33enne, ricorda perfettamente quest'esperienza: "A vent'anni, nel corso di un'anestesia, entrai in coma e mi ritrovai proiettata in un tunnel buio, alla fine del quale potevo scorgere una luce fortissima, ma non abbagliante. Percorsi a fatica quel tratto, ma quando stavo per sbucare nella luce, vidi davanti a me un giovane bellissimo che se ne stava seduto con un vestito candido e lucente. Quando mi scorse chiese in tono di rimprovero che ci facessi lì così presto. Risposi che non lo sapevo, ma che mi piaceva molto e volevo restarci. Lui allora mi ordinò di tornare da dove ero venuta perché non era ancora la mia ora. Quel rifiuto mi fece soffrire incredibilmente: l'idea di tornare indietro mi era insopportabile. Il coma durò tre giorni, che a me mbrarono momenti: mi svegliai singhiozzando per essere stata cacciata per parecchio tempo continuai a desiderare di tornare in quel luogo meraviglioso

    TU NON CREDI IN NOI
    Nancy Meien ex indossatrice californiana ha oggi superato i 50 anni, ma è ancora una donna molto bella. Ecco cosa ricorda dell'esperienza cui è sopravvissuta: "Ero su un albero e cercavo di potare un ramo quando caddi. Nel giro di due giorni le mie condizioni divennero disperate. Per tutto quel tempo continuai ad andare e venire dal tunnel all'uscita del quale vedevo una luce. La prima volta mi sembrò molto strano, perché vidi me stessa dal soffitto. Il mio corpo era disteso sul letto e mia madre seduta a fianco. Poi mi sono voltata, ho attraversato il tunnel a una velocità incredibile e ho sentito un suono acutissimo. Giunta all'uscita ho incontrato tre esseri di luce. Pensai: "Ok, sono morta, ma dove sono gli angeli?" Mi risposero con il pensiero "Con te non abbiamo bisogno di sembrare angeli, tanto non ci credi!". Scoppiai a ridere, convinta com'ero che invece lo fossero. Era come un pensiero una certezza che mi avevano trasmesso. Guardandoli avevo l'impressione che fossero un comitato di accoglienza. Somigliavano a delle fiammelle, ma intuivo che ciascuno di loro aveva una propria personalità, che erano perfettamente distinti l'uno dall'altro. Non vedevo i loro visi ma percepivo la loro personalità, l'essenza del loro essere. Non ci parlavamo, la comunicazione era solo telepatica. Sapevo che erano esseri di luce con una coscienza propria, esattamente come la nostra. Poi mi sono veramente ritrovata nella luce bianca, quella che avvolge di un amore infinito in cui ogni atomo dell'anima vibra d'amore. Fondersi in quella luce è un po' come ritornare a casa...


    LI SENTIVO SPLENDERE D'AMORE

    Jason, 11 anni, viene investito da un'auto e finisce in sala rianimazione. Si salva miracolosamente dal coma e cerca di spiegare a sua madre ciò che ha visto nello stato di pre-morte, ma non viene ascoltato. Tre anni dopo muore un suo compagno di scuola e, quando in classe la maestra ne parla, qualcosa scatta nella sua memoria e il ragazzo comincia a dire che la morte non esiste, che morire non è così grave.

    Poi spiega ciò che gli è accaduto: "Mi sono ritrovato a guardarmi dall'alto. Allora mi sono detto che ero morto. Mi trovavo in un tunnel con una luce sullo sfondo. L'ho attraversato e sono uscito dall'altra parte. Con me c'erano due persone che mi aiutavano, le ho viste quando siamo usciti alla luce. A un certo punto mi hanno detto che dovevo ripartire. E' allora che mi sono ritrovato all'ospedale, ma loro mi avevano predetto che tutto sarebbe andato bene. Li sentivo splendere d'amore. Non ho potuto vedere il loro viso, erano solo delle forme. E' difficile da spiegare perché è molto diverso dalla vita sulla terra. E' come se i loro vestiti fossero molto bianchi. Tutto era luminoso. Non ci ho parlato, ma potevo sapere quello che pensavano e loro conoscevano i miei pensieri."

    LA DONNA DI CRISTALLO
    Ann è sopravvissuta a una grave forma di leucemia all'età di 9 anni. E' sera, sua madre le rimbocca le coperte ma lei si sente strana. All'improvviso scorge un certo chiarore: una luce bianca e dorata proviene dalla sua sinistra e si diffonde dolcemente nella stanza. "Era sempre più grande e intensa e divenne così forte che mi sembrava potesse illuminare il mondo intero. A un certo punto ho visto qualcuno dentro la luce. Una donna bellissima, che sembrava di cristallo; perfino il suo vestito risplendeva: era bianco, lungo, con ampie maniche. Aveva una cintura dorata in vita e i piedi erano nudi e non toccavano terra. Il suo viso era pieno di amore. Mi ha chiamato per nome e mi ha teso le mani, dicendomi di seguirla: la sua voce gentile risuonava nella mia testa. Era più facile parlare così che con le parole. Stavamo semplicemente scambiandoci i pensieri. Le ho chiesto chi era e ha risposto che era la mia custode, mandata per portarmi in un posto dove avrei potuto riposare in pace. Misi le mani fra le sue e attraversammo un posto molto buio, ritrovandoci infine davanti a una luce che diventava sempre più brillante. Mi disse che mi aveva portato là perché vivere sulla terra era diventato troppo difficile per me.

    Ann si ritrovò poi su una collina, in un parco luminoso pieno di bambini che giocavano e li raggiunse tutta contenta. L'essere luminoso ve la lasciò per tornare più tardi a riprenderla, dicendole che doveva ripartire. La bambina si arrabbiò: non voleva più tornare indietro. Allora l'angelo le spiegò gentilmente che da quel momento le cose sarebbero state più facili per lei e Ann si ritrovò in un attimo nel suo letto. La leucemia scomparve come per incanto

    UN ESSERE DAI CAPELLI DORATI
    Dean, 16 anni, arriva all'ospedale clinicamente morto. Il cuore si ferma per 24 ore, dopodiché inizia nuovamente a battere. Risvegliatosi, il ragazzo racconta al pediatra di aver vissuto un'esperienza indescrivibile. "A un tratto, dopo essermi inoltrato nel tunnel, intorno mi si sono accese delle luci. Mi è sembrato di viaggiare a velocità folle. A un certo punto mi sono accorto che c'era qualcuno accanto a me: un essere dai capelli dorati, alto più di 2 metri e con un lungo vestito bianco, stretto in vita da una semplice cintura. Non diceva niente, ma non avevo paura di lui perché sentivo la pace e l'amore che sprigionava".

    UN ANGELO DI NOME ELIZABETH
    Il dottor Melvin Morse descrive 1'esperienza di Krystel, una bambina di 7 anni, scampata a un annegamento: "Ero morta. E dopo ero nel tunnel. Era tutto nero e avevo paura. Non potevo camminare, finché apparve una donna di nome Elisabeth e il tunnel si riempì di luce. Era alta, con i capelli biondi, brillanti". Krystel era estasiata dalla bellezza di ciò che vedeva. Era tutto pieno di luce e c'erano tantissimi fiori. La piccola aveva poi incontrato tante persone care, i nonni, la zia materna, Heather e Melissa. Poi Elisabeth le chiese se desiderava rivedere sua madre e la bimba disse di sì; risvegliandosi nel medesimo istante nel letto dell'ospedale.

    IN VOLO

    Un uomo sprofondato in stato d'incoscienza dopo una crisi cardiaca racconta oggi: "Non ero già più nella stanza quando mia moglie chiamò aiuto. Mi sembrava che un'infermiera mi avesse afferrato da dietro, per la cintola e mi trasportasse in volo per la città, ad altissima velocità. Mi resi conto che non poteva trattarsi di un'infermiera quando, guardandomi i piedi, vidi la punta di un'ala muoversi dietro di me. Ero certo che fosse un angelo. Dopo il volo, lei mi adagiò sulla strada di una città favolosa, con edifici scintillanti d'oro e argento e alberi a dir poco magnifici. Una luce meravigliosa illuminava il paesaggio. Vi incontrai mia madre, mio padre e mio fratello. Mentre cercavo di abbracciarli, l'angelo mi riportò in cielo. Non sapevo perché non volesse lasciarmi dov'ero. Quando fummo prossimi alla linea dell'orizzonte, potei scorgere la città da cui eravamo partiti, riconobbi dall'alto l'ospedale e poco dopo mi ritrovai sospeso a osservare me stesso dall'alto, mentre i medici mi facevano il massaggio cardiaco. Prima di quest'esperienza ero ateo, ma non vedo come avrei potuto restarlo..."

    IL MIO MERAVIGLIOSO AMICO
    Il dottor Kenneth Ring riporta il caso di Robert H. ricoverato nel '79 in seguito a un pauroso incidente. Ecco i ricordi del sopravvissuto, "Ero nel tunnel e viaggiavo a un'incredibile velocità verso una luce. Le pareti che stavo attraversando erano difficili da distinguere, ma osservando con attenzione, mi resi conto che si trattava di una massa di pianeti, masse solide offuscate dalla velocità e dalla distanza. Sentivo anche un suono incredibile, come se tutte le grandi orchestre del mondo suonassero contemporaneamente. Non era una melodia, ma una musica forte, potente. Un suono rapido, mutevole, come qualcosa che non riesco a ricordare adesso ma che mi è parso familiare. All'improvviso ho avuto paura. Non avevo idea di dove mi trovassi, ero trasportato a una velocità incredibile; non ero preparato a nulla di simile pur avendo sempre avuto una vita avventurosa. Una presenza a quel punto mi soccorse, non fisicamente ma per telepatia. Era una presenza calma e dolce che mi disse di rilassarmi, che tutto andava bene. Quel pensiero ebbe un effetto immediato. Mi diressi verso l'immensa luce alla fine del tunnel, ma nell'istante in cui la penetrai, tutto divenne nero. La mia coscienza, semplicemente, era: Esistevo, ma senza provare alcuna sensazione. Una cosa assolutamente terrificante, che durò un istante, o forse un'intera giornata. In seguito tutti i sensi cominciarono a ritornare in funzione e capii che provavo sensazioni unicamente positive. Non avevo più dolori, né alcun disturbo mentale o fisico. C'era pace, armonia e luce dappertutto. Una luce meravigliosa, d'argento e verde. Percepivo sempre di più la sua presenza piena d'amore. Quando le mie sensazioni si riequilibrarono e mi sembrò che ci fossero voluti cent'anni giacché in quel posto il tempo non esisteva, scoprii un essere seduto al mio fianco, con indosso un abito bianco. Era stato lui a confortarmi durante gli ultimi istanti del mio viaggio, lo capii istintivamente e continuò a rassicurarmi ancora. Sapevo che avrebbe potuto essere tutti gli amici che non avevo mai avuto e tutte le guide e i maestri di cui avrei potuto aver bisogno. Sapevo anche che sarebbe stato presente se avessi mai avuto bisogno di lui. Ma siccome aveva altri da sorvegliare, avrei dovuto prendere cura di me stesso come meglio potevo. Eravamo seduti fianco a fianco su una roccia, a strapiombo sul più bel paesaggio che avessi mai visto. I colori avevano dei toni che mi erano sconosciuti e il loro splendore superava qualsiasi sogno meraviglioso. Era straordinariamente piacevole, c'era una pace assoluta, il mio amico mi conosceva e mi amava meglio di quanto avrei potuto conoscere e amare me stesso. Non ho mai sentito un tale senso di quiete e amore incondizionato. "E' veramente incredibile, vero?" esclamò riferendosi al panorama. Ero comodamente seduto con lui e contemplavamo il paesaggio avvolto in un silenzio indescrivibile. Disse ancora: "Pensavamo di averti perduto per un istante". Mentre ero immerso nella contemplazione di quel meraviglioso paesaggio, il mio amico disse che era tempo di ripartire. Per quanto agitato, acconsentii. Immediatamente ci trovammo da un'altra parte, ad ascoltare degli angeli che cantavano la melodia più adorabile e straordinaria che avessi mai sentito. Erano tutti identici, tutti bellissimi. Quando smisero di cantare, una di loro venne verso di me per accogliermi. Era bellissima ed io fui estremamente attirato da lei, ma capii che la mia ammirazione poteva solo esprimersi in modo assolutamente non fisico, come se fossi un bambino. Ero imbarazzato dalla mia debolezza, ma non era grave... Tutto veniva istantaneamente perdonato: Non avevo che certezze. Non mi andava di lasciare un luogo simile. La guida disse però che dovevo andarmene ma che quel posto sarebbe stato sempre la mia casa e che ci sarei tornato in futuro. Gli dissi che non potevo tornare a quella vita laggiù dopo una simile esperienza, ma mi rispose che non avevo scelta, avevo ancora troppe cose da fare. Protestai, con il pretesto che le mie condizioni di vita erano diventate insopportabili. Ero terrorizzato al pensiero del dolore mentale e fisico che mi attendeva. Mi chiese di essere più preciso e mi ricordai di un difficilissimo periodo della mia vita; nel ripensarci provai esattamente le stesse emozioni di quell'epoca. Insopportabili. Lui però fece un gesto e il dolore scomparve, sostituito da un sentimento d'amore e benessere. Ciò venne ripetuto per altre tappe dolorose della mia vita e il mio amico, alla fine mi fece capire che non si poteva discutere sul mio ritorno, le regole erano regole e bisognava rispettarle. In un attimo tutto scomparve e mi ritrovai nella sala rianimazione. Scoprii che quel viaggio non era durato più di 5 minuti...

    QUELLA STRANA COMPLICITÀ
    All'alba di un mattino di giugno, nel '59, Glenn Perkins si sveglia di soprassalto dopo aver sognato che sua figlia ha bisogno di lui in ospedale. Alle 5 è già sul posto, ma è troppo tardi: Betty è già clinicamente morta.

    Precipitandosi sul corpo, l'uomo solleva il lenzuolo e ha l'agghiacciante conferma ai suoi sospetti. Sconvolto, si getta ai piedi del letto invocando il nome di Gesù. Nel frattempo sua figlia è altrove, "Mi sono svegliata in un paesaggio dolce e rassicurante ai piedi di una bellissima collina, ripida ma facile a scalarsi. Ero in stato di estasi, sovrastata da un immenso cielo blu senza nuvole. Non seguivo un sentiero, ma sapevo ugualmente dove stavo andando. Mi sono resa conto a un tratto di non essere sola. Alla mia sinistra, un po' dietro, c'era una figura alta, dall'andatura mascolina con indosso un abito bianco, Mi chiedevo se fosse proprio un angelo e cercavo di vedere se aveva le ali. Mi sono accorta che poteva spostarsi ovunque, molto velocemente. Essere qui e là contemporaneamente. Non parlavamo. In un certo senso non pareva necessario perché andavamo nella stessa direzione. Mi sono resa conto che non mi era estraneo, che mi conosceva fin troppo bene e io provavo uno strano senso di complicità. Dove ci eravamo già incontrati? Ci conoscevamo da sempre? Sembrava proprio così, anche se non riuscivo a ricordare... La comunicazione avveniva per proiezione di pensieri. Proprio quando siamo arrivati all'apice della collina ho sentito la voce di mio padre che invocava Gesù. Sembrava lontana. Ho pensato di fermarmi, ma sapevo che la mia meta era davanti a me. Giunsi alla soglia del paradiso e intravvidi la luce divina. L'angelo mi guardò e mi comunicò la domanda: "Vuoi entrare?" Mi chiedevo se avessi scelta. Anche se la tentazione di entrare era fortissima, esitavo... Questo bastò perché tornassi indietro. Mio padre fu il primo a percepire il mio movimento sotto il lenzuolo...

    SOPPESAVA I MIEI PENSIERI
    Dopo un attacco cardiaco, un uomo originario del Tennessee racconta al cardiologo: "Appena uscito dal corpo mi sono sentito libero da ogni vincolo e in pace con me stesso, mi sembrava di stare benissimo. Guardai in basso e vidi i medici che si affannavano intorno al mio corpo, domandandomi perché lo facessero. Poi venni avvolto da una nuvola scura, passai in un tunnel e quando emersi dall'altra parte c'era una luce bianca dal dolce chiarore. Era mio fratello morto tre anni prima. Cercai di vedere cosa c'era alle sue spalle, ma lui non mi volle lasciar passare. Finalmente riuscii ugualmente a distinguere qualcosa: si trattava di un angelo splendente di luce. Mi sentii avvolgere dalla forza d'amore che sprigionava e capii subito che stava soppesando tutti i miei pensieri più intimi. Venni esaminato minuziosamente, nel più profondo del mio essere. Poi il mio corpo sobbalzò e seppi che era giunto il momento di tornare sulla terra, richiamato da un massaggio cardiaco. Da quando mi sono ripreso, non ho più saputo che cosa significhi aver paura di morire".

    PERCEPIVO LA SUA POTENZA
    Febbraio 1967, un uomo viene aggredito e picchiato brutalmente per strada e perde i sensi, Ricorda di essersi trovato in sala operatoria "Ma ad un certo punto ho sentito una presenza luminosa, una specie di forza che mi trascinava e ho pensato di essere morto. Poi il buio, il tempo senza più valore. Non provavo alcuna sensazione. A un tratto una luce si è accesa e lamia intera vita ha cominciato a passare in rassegna. Ogni pensiero, ogni parola, ogni gesto, dal momento in cui ancora giovanissimo avevo preso coscienza dell'esistenza di Dio. Fu un'esperienza incredibile proprio perché dettagliatissima: Ho rivisto cose completamente dimenticate, azioni che non pensavo avessero significato. E, guardando quelle scene, era come riviverle di nuovo. Intanto percepivo la presenza di quella specie di potenza ma senza mai vederla. Comunicavo con essa telepaticamente. Domandai chi fosse e chi fossi io. Rispose che era l'angelo della morte e aggiunse che la mia vita non era come avrebbe dovuto essere, ma che mi veniva concessa una seconda possibilità e quindi dovevo tornare indietro..."

    UNA SCALA D'ARGENTO
    Una giovane madre sfuggita miracolosamente alla morte per un parto difficoltoso, aveva visto, in stato di incoscienza, una scala argentata formata dalle braccia tese di una moltitudine di angeli che portava in cielo, alla cui sommità stava Dio in persona e lei doveva prendere una decisione immediata: vivere nel mondo senza dolore, o tornare dal marito e dal suo bambino. Chiese allora al Signore di poter crescere suo figlio e in un momento poté tornare all'affetto dei suoi cari


     
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  2. mikewolf
     
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    ne avevo sentito sl un paio di qeste testimonianze,nn sapevo fossero cs tante,mi ha colpito molto qella della bici volante,hai fatto bn a mettere qeste testimonianze :)
     
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  3. fatamorgana94
     
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    grazie per averle messe^^
     
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2 replies since 29/10/2008, 19:48   332 views
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